Tute intere contro la sessualizzazione delle atlete
Ai campionati europei, tre ginnaste tedesche hanno suscitato attenzione per l’abbigliamento che copriva le gambe.
Indossavano infatti tute intere, mentre la maggior parte delle ginnaste indossa body che mostrano le gambe.
I ginnasti maschi, tuttavia, di solito indossano pantaloncini leggermente larghi o copri gambe.
Le tute intere sono permesse, ma di solito indossate per motivi religiosi.
Ma quella delle ginnaste tedesche è una dichiarazione “contro la sessualizzazione nella ginnastica“.
Elisabeth Seitz, una delle ginnaste, ha detto che si tratta di un “un esempio per tutte le ginnaste che possono sentirsi a disagio, o anche sessualizzata, perché, secondo noi, ogni ginnasta dovrebbe essere in grado di decidere in quale tipo di tuta si sente più a suo agio, e poi fare ginnastica”.
L’iniziativa è uno dei primi esempi di atleti che preferiscono un abbigliamento confortevole, piuttosto che uno che appaghi il pubblico, appagamento spesso non motivi estetici, ma per la essualizzazione degli atleti che niente a che fare con lo sport.
C’è sempre stata questa percezione che lo sport sia un dominio maschile e che le donne debbano dimostrare la loro femminilità perché sono coinvolte in un’attività maschile.
E così, ci sono molti esempi di squadre sportive femminili che vengono sessualizzate nel tentativo di dare un cenno di femminilità. E quindi non è sorprendente che ciò sia persistito nel tempo. E siamo al punto in cui c’è un po’ di consapevolezza culturale in cui questo viene messo in discussione dalle donne nello sport in particolare.
Questa pretesa verso le atlete provoca anche un disagio psicologico quando l’atleta, prima di preoccuparsi delle sua prestazione, deve essere attenta alla sua presenza “scenica”, che non solo dev’essere femminile ma anche dare un richiamo sessuale.