Da metà settembre, solo 15 ragazzi per classe, il resto in remoto
Le classi saranno ridotte a 13 ragazzi nelle scuole primarie e 15 studenti nelle secondarie.
Il ministero però dice che se non c’è un vaccino, in classe tornerà solo la metà dei ragazzi, il resto studierà da casa.
In ogni caso, le scuole devono convertire tutti gli altri spazi: quindi palestre, sale riunioni, biblioteche, sale per audiovisivo dovranno essere convertite in aule, ma anche spazi esterni, per cui lezioni potrebbero essere tenute all’aperto come per altro si fa in alcuni paesi freddi della Scandinavia.
Il problema è che si volessero mandare tutti i ragazzi a scuola, a parte il problema logistico, cioè aule in più e traffico di studenti e genitori che li accompagnano a scuola, servirebbero altri 160 mila insegnanti.
Lo stesso ministro della Pubblica Istruzione lo stesso ministro Isabel Celaá ha difeso questa impostazione:
“Non possiamo mettere a repentaglio tutto quello che abbiamo realizzato”. La stessa aggiunge: “Se abbiamo tre milioni di bambini della scuola elementare, ognuno accompagnato da un adulto che si presenta a scuola, potete immaginare l’enorme movimento che ne deriva. Se si presentano tutti contemporaneamente non saremo in grado di mantenere la distanza richiesta”
Anche il portavoce degli esperti nella gestione del coronavirus in Spagna ha approvato la proposta del ministero, che il prossimo anno limita il numero di studenti per classe per garantire la distanza di sicurezza raccomandata per evitare la trasmissione del coronavirus. Tuttavia, il medico ha chiesto garanzie che questa distanza interpersonale sia garantita anche durante la ricreazione ed altre attività.