Il Tokamak cinese acceso per 120 secondi

Un nuovo record per un reattore a fusione nucleare


La Cina ha battuto il record mantenendo l’Experimental Advanced Superconducting Tokamak (EAST) ad una temperatura del plasma di 120 milioni di gradi Celsius per 101 secondi, e a 160 milioni di gradi per 20 secondi, un passo importante verso il test di un vero reattore a fusione.

Il Tokamak si trova presso l’Istituto di Scienze Fisiche di Hefei dell’Accademia Cinese delle Scienze. È progettato per replicare il processo di fusione nucleare, che si verifica nel sole e nelle stelle, per fornire energia pulita quasi infinita attraverso la fusione nucleare controllata.

Il risultato ha battuto un precedente record di mantenere il plasma a 100 milioni di gradi per 100 secondi. Secondo Li Miao, direttore del dipartimento di fisica della Southern University of Science and Technology di Shenzhen, si tratta di una pietra miliare per raggiungere l’obiettivo di mantenere la temperatura a un livello stabile per lungo tempo.

La svolta è un progresso significativo, e l’obiettivo finale dovrebbe essere quello di mantenere la temperatura a un livello stabile per lungo tempo“, ha detto Li al Global Times, aggiungendo che la prossima pietra miliare potrebbe essere quella di mantenere la stabilità per una settimana o più.

Raggiungere una temperatura del plasma superiore a 100 milioni di gradi è una delle sfide chiave per sfruttare la fusione nucleare. Alla fine del 2020, la Corea del Sud ha raggiunto i 100 milioni di gradi per 20 secondi. La temperatura al centro del Sole è ritenuta di 15 milioni di gradi, il che significa che il plasma al centro del dispositivo sarà sette volte più caldo di quello del sole.

La tecnologia è ancora in fase sperimentale, e si ipotizza che servano almeno 30 anni per uscire dai laboratori.

L’esperimento fa parte della struttura del reattore sperimentale termonucleare internazionale (ITER), un grande progetto scientifico globale, secondo solo alla Stazione Spaziale Internazionale per dimensioni, e viene costruito congiuntamente da Cina, UE, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti.

Questo successo è importante per il futuro utilizzo pacifico della fusione nucleare, cui la Cina dedica circa il 9% dei suoi stanziamenti in ricerca e sviluppo.

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