L’OMS ha comunicato che in Europa, nell’ultimo,c’è stato un calo del 60% di nuovi contagi da coronavirus, anche se l’organizzazione sanitaria avverte che si tratta di progresso fragile e che quindi bisogna continuare a vigilare.
Perché il virus ha ancora il potenziale di infliggere effetti devastanti, sopratutto se si osserva che quasi la metà di tutti i contagi segnalati in Europa – dall’inizio della pandemia – si sono verificati nei primi quattro mesi del 2021.
In definitiva, l’OMS rileva che la minaccia per l’Europa “è ancora presente”, nonostante il calo di nuovi casi, ricoveri e morti nella EU.
“Stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo tenere d’occhio un virus che ha causato la morte di quasi 1,2 milioni di persone in questa regione” – ha detto Hans Kluge, direttore europeo dell’OMS – “I vaccini possono essere la luce in fondo al tunnel, ma non possiamo farci abbagliare da quella luce“.
Il numero di nuovi casi segnalati settimanalmente in tutta Europa è sceso da 1,7 milioni a metà aprile a quasi 685.000 la scorsa settimana. Le varianti pericolole, che sembrano diffondersi all’interno della EU, sono una preoccupazione, sopratutto perché la diminuzione delle restrizione fa crescere i contatti fra le persone.
All’inizio di questa settimana, i paesi UE hanno accettato di riaprire le frontiere anche ai viaggiatori che non si spostano per necessità, provenienti comunque da paesi considerati sufficientemente a basso rischio, e alle persone completamente vaccinate e in possesso di adeguata certificazione.
Sono passati 462 giorni da quando sono stati riportati i primi casi di Covid-19: in base al numero di casi confermati, il 5,5% dell’intera popolazione europea ha ora avuto il Covid-19, mentre il 7% ha completato una serie completa di vaccinazioni.