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Il Belgio fa i conti con l’ingiustizia razziale

Re Filippo riconosce le atrocità commesse in Congo durante il dominio coloniale

Le recenti proteste negli Stati Uniti hanno indotto i paesi di tutto il mondo a guardare con attenzione all’ingiustizia razziale all’interno delle loro società.

In Belgio, in seguito alle proteste antirazziste, il re Filippo ha inviato martedì una lettera alla Repubblica Democratica del Congo, riconoscendo le atrocità commesse durante il dominio coloniale durato mezzo secolo.

La lettera, inviata al presidente congolese Félix Tshisekedi nel 60° anniversario dell’indipendenza del suo Paese, riconosceva la brutale eredità del Belgio nel paese, precedentemente noto come Stato libero del Congo, che ha contribuito al conflitto post-indipendenza e alla sua stagnazione economica pur essendo un paese ricchissimo di risorse naturali.

Il governo belga si è anche impegnato a istituire una commissione parlamentare per esaminare il suo passato coloniale. Tuttavia, alcuni critici affermano che il gesto è puramente simbolico perché il Re non è un membro del governo del Belgio e non detiene alcun potere reale sulle relazioni estere del Paese.

In Belgio ci sono state numerose manifestazioni che avevano come obiettivo Leopoldo II del Belgio, sotto il cui regno si è svolto un vergognoso colonialismo a danno delle popolazioni del Congo, manifestazioni che hanno portato a rimuoverne la statua ad Anversa.

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