La FED è ormai la banca centrale del mondo, ed è un problema
L’enorme liquidità creata dalla FED, prima per risolvere la Grande Crisi Finanziare del 2008 e oggi la Grande Epidemia, può essere l’inizio del declino del dollaro come valuta di riserva mondiale: una grande questione da valutare per Guo Shuqing, capo della Commissione di Regolamentazione delle Banche e delle Assicurazioni della Cina.
In un suo discorso al Lujiazhui Forum di Shanghai ha messo in evidenza quattro punti chiave:
La Fed è di fatto la banca centrale del mondo. La sua politica monetaria mira esclusivamente alla salute della propria economia senza considerare l’effetto delle ripercussioni sul resto dell’economia mondiale.
La pandemia può durare a lungo, e intanto le nazioni pompano denaro per arginare il problema, ma con un impatto molto ridotto sull’economia reale, per cui raccomanda di pensarci bene nel largheggiare, e di riservare un po’ di spazio per un futuro che potrebbe essere ancora più problematico.
Bisogna fare attenzione ad una crescita dell’inflazione.
I mercati finanziari sono scollegati dall’economia reale e tali distorsioni, senza precedenti, renderanno molto doloroso lo scenario quando comincerà la fase di restrizione della liquidità.
“Alcuni dicono: ‘Il debito interno non è debito, ma il debito esterno è debito‘. Per gli Stati Uniti, anche il debito estero non è debito”. Questo sembra essere stato il caso per un bel po’ di tempo, ma può durare a lungo nel futuro?
Cosa farà la Cina? “La Cina tiene molto alle politiche monetarie e fiscali convenzionali. Non inonderemo il sistema di liquidità, né pensiano di monetizzazione il deficit e applicare tassi d’interesse negativi“.
Non è la prima volta che la Cina sfoga la sua frustrazione contro il “privilegio esorbitante” del dollaro. Dopo la Grande Crisi Finanziaria, l’allora governatore della PBOC, Zhou Xiaochuan, ha proposto di utilizzare i DSP per sostituire il dollaro come principale valuta di riserva.
Non è successo niente. Ma questa volta la Cina sembra decisa a migliorare il suo status di valuta di riserva, evitando politiche non convenzionali. Sicuramente non detronizzerà il re-dollaro, ma la sua attrattiva è evidente dai flussi esteri verso il suo mercato obbligazionario.