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Il lusso taglia la pubblicità

Tagli fino all’80 percento

I grandi marchi del lusso, con incassi ridotti causa pandemia, devono necessariamente tagliare i costi, con un impatto notevole sulla carta patinata delle riviste di moda, uno dei costi che le aziende ritengono che sia inutile sostenere in un periodo in cui, un po’ per paura, un po’ perché non si esce di casa e anche perché si preferisce risparmiare, non si comprano più beni di lusso come prima della crisi.

Spesa per il lusso molto collegata ai viaggi, ai forti spenditori che strisciano carte platinum nei tax free degli aeroporti e, ovviamente, nella Rodeo Road di Los Angeles, nella Via Condotti di Roma o sugli Champs-Elysées a Parigi.

I grandi marchi hanno perciò tagliato la pubblicità, con cifre che vanno dal 30 fino all’80 percento della spesa precedente la pandemia.

Le riviste che i clienti sfogliano avidamente alla ricerca di quello che si “porta”, sono quelle che subiscono la maggior parte di questi tagli, mentre non si nota un effetto analogo per la spesa in pubblicità digitale.

D’altra parte, mentre i negozi sono chiusi, il canale online è sempre aperto, e quindi restano i budget dedicati al digitale e molti, anzi, li ampliano, sottraendo risorse ai canali fisici, sopratutto alla carta stampata.

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