Grave impatto per il più grande consumatore del metallo rosso
I prezzi delle materie prime hanno goduto di un inizio d’anno formidabile, con il prezzo del rame che ha superato $10 mila all’inizio di questa settimana, e pare destinato a nuovi massimi, infatti, Goldman Sachs si aspetta una continua crescita, per anni, causata dallo squilibrio senza precedenti fra domanda e offerta di cui soffre in particolare la Cina, il più grande mercato per il rame.
Secondo Bloomberg, “alcuni produttori cinesi di filo elettrico hanno messo in pausa le unità e ritardato le consegne o addirittura non hanno rispettato i prestiti bancari, secondo un sondaggio dello Shanghai Metals Market”.
Nel frattempo, gli utenti finali, come i gestori di reti elettriche e l’edilizia, hanno posticipato i tempi di consegna, perché non possono pagare il metallo ai prezzi che ha raggiunto, mentre i produttori di barre e tubi di rame hanno visto gli ordini crollare.
Il rally del rame – alimentato dall’impennata della domanda globale derivante dai trilioni di stimoli, dai tassi d’interesse vicini allo zero e dalla ripresa economica globale – ha mandato il prezzo sopra i 10.000 dollari per tonnellata metrica, la prima volta in un decennio, rendendolo tra i migliori performer in una bruciante impennata dei prezzi dei metalli.
Impennata dei prezzi anche dovuta agli speculatori, che non hanno bisogno di acquistarle, ma solo giocare sul loro prezzo, un gioco che, come al solito farò male a chi produce, perché deve rallentare la produzione, non potendo permettersi questi prezzi, ma farà male ai tanti che si sono buttati in questa che sembra una nuova bolla.