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Inferno 2020? Tutto previsto!

Uno studio del 2010 aveva previsto che il 2020 sarebbe stato un anno di gravi tensioni

Un decennio fa, uno scienziato aveva previsto quest’anno particolarmente infernale: Peter Turchin, ricercatore presso l’Università del Connecticut, aveva pubblicato un articolo sulla rivista Nature, nel 2010, in cui prevedeva che le turbolenze sociali ed economiche sarebbero arrivate a un punto di rottura nel 2020 e dintorni.

Turchin, che studia matematica, ecologia, biologia evolutiva, e antropologia, ha individuato molteplici cicli di crescita economica, di turbolenze, aumenti del debito pubblico e scontenti ventennali – tutti destinati a convergere quest’anno, in particolare negli Stati Uniti.

L’analisi storica quantitativa rivela che le società umane complesse sono influenzate da ondate ricorrenti, e prevedibili, d’instabilità politica“, scrive Turchin nel documento, che ha individuato cicli di 50 anni di instabilità politica e cicli da 40 a 60 anni di crescita economica e di turbolenze, chiamati ondate di Kondratiev, che implicano l’arrivo di recessioni particolarmente gravi, Ovviamente, non aveva previsto che, allo stesso tempo ed ad aggravare la situazione, sarebbe scoppiata una pandemia.

Turchin, che tiene un blog sui cicli delle civiltà, aveva presentato le sue scoperte al Centro di studi sui sistemi complessi di Utrecht in Olanda, sotto il titolo “Una storia del prossimo futuro”: Cosa ci dice la storia del prossimo futuro”. [PDF]

Le sue conclusioni sono sorprendenti. Sulla base della sua dettagliata analisi numerica sugli eventi, le civiltà che sono in declino – come sono gli Stati Uniti – entrano sempre in periodi di estrema polarizzazione. E per gli USA, il 2020 sarebbe l’inizio di anni di violenza politica e da intensi conflitti.

Infatti, Turchin sostiene che gli Stati Uniti sono più polarizzati oggi di quanto non lo fossero alla vigilia della Guerra Civile [ Vedi le sue Età della Discordia: Un’analisi strutturale-demografica della storia americana].

I documenti dimostrano però che le società possono evitare il disastro“, ha scritto Turchin – “Dobbiamo trovare il modo di migliorare gli effetti negativi della globalizzazione sul benessere delle persone“.

La disuguaglianza economica, accompagnata da un debito pubblico in crescita, deve essere affrontata rendendo le aliquote fiscali più progressive in modo che si spezzi il circolo infernale dei ricchi che diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, che poi è alla base delle tensioni permanenti nelle società, anche opulente del nord del mondo, che però mostrano tutta la loro fragilità di fronte ad una crisi finanziaria, come quella del 2008, e come una pandemia.

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