Da giovedì 4 febbraio
Potrà essere vaccinato chiunque abbia più di 16 anni, come parte di una rapida campagna che ha già visto la maggior parte delle popolazioni più anziane e vulnerabili immunizzate.
Un israeliano su tre ha ricevuto almeno un’iniezione, una frazione molto più alta che altrove. Il paese di 9 milioni di abitanti aveva precedentemente permesso a chiunque abbia più di 35 anni, così come ai gruppi a rischio e agli studenti tra i 16 e i 18 anni che sostengono gli esami, di essere vaccinati.
Tuttavia, i media locali parlano di un calo delle persone che si sono presentate agli appuntamenti, con notizie di cliniche che hanno penato per utilizzare tutte le dosi e anche costrette a buttare i vaccini scaduti.
La ragione del calo non è chiara, ma potrebbero aver influito campagne di disinformazione anti-vaccino.
Il primo ministro, Netanyahu, ha comunicato che il 77% delle persone oltre i 50 anni è stato vaccinato e avrebbe voluto arrivare al 90% entro due settimane.
Oltre ad una superiore organizzazione, il successo di Israele è dovuto anche al costante flusso di dosi. Il governo, infatti, ha convinto la Pfizer a mantenere una costanza nei rifornimenti in cambio dei dati in tempo reale sulla campagna, rendendo, in pratica, il paese un banco di prova di massa per analizzare come il vaccino può fermare la pandemia.
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