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Krugman sulla crisi

Secondo il premio Nobel Paul Krugman:

… se saremo pazienti e auto disciplinati, la ripresa potrebbe essere veloce…

L’economista ritiene che la disoccupazione americana avrebbe raggiunto il suo picco, con un 20% di forza lavoro a casa, quindi una percentuale più alta della Grande Depressione del 1929.

Ma, come fa notare Krugman, le crisi si risolvono, più o meno rapidamente, ma con effetti diversi sul mondo del lavoro, da quelle che fanno recuperare tutta l’occupazione persa, e ne creano di aggiuntiva, a quelle che non creano lavoro.

La differenza è dovuta ai fattori che creano la crisi: quelli interni e strutturali non creano lavoro, quelli esterni fanno recuperare l’occupazione non appena il fattore estraneo scompare.

E il virus é un fattore esterno che scompare, o per ragioni naturali o perché si trova un rimedio. E scomparso il problema, l’economia può ripartire, proprio come dopo un disastro naturale, che sia un uragano, un terremoto, una inondazione.

L’avvertimento di Paul Krugman é perciò implicito nella natura della crisi: bisogna avere pazienza, e gestire ordinatamente questo periodo fino alla scomparsa dell’epidemia, per cui, le fughe in avanti di quelli che hanno la fregola di riaprire tutto, porteranno inevitabilmente ad allungare i tempi della crisi e la ripresa.

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