La gente di Fujitsu lavorerà da casa per sempre

Il programma “Work Life Shift” offrirà una flessibilità senza precedenti agli 80.000 dipendenti giapponesi.

L’azienda dimezzerà i suoi uffici in Giappone per adattarsi alla nuova nuova normalità provocata dalla pandemia.

Il piano partirà nel mese di luglio 2020, e ogni dipendente riceverà un bonus da 32 euro al mese per contribuire ad adattare le case dei dipendenti al nuovo modo di lavorare.

Il personale potrà adottare orari flessibili, e il lavoro da casa (dove possibile) sarà la modalità standard, perché, come ha dichiarato l’azienda:

” è un nuovo modo di lavorare, che promette un’esperienza più produttiva e più creativa, che stimolerà l’innovazione e fornirà nuovo valore ai clienti e all’azienda”.

Fujitsu ritiene che la maggiore autonomia contribuirà a migliorare le prestazioni dei team e far crescere la produttività.

Si lavorerà principalmente a distanza, per arrivare ad uno stile di lavoro che consenta di utilizzare il tempo in modo flessibile in base ai contenuti, ai ruoli e allo stile di vita.

Il personale potrà scegliere dove lavorare: da casa, in ufficio o da un ufficio satellite, perché l’azienda introdurrà anche il concetto di azienda diffusa, in modo da poter mostrare le sue capacità e tecnologie in ogni parte del paese.

Questo progetto, come altri in corso, evidenzia l’enorme impatto della pandemia su come si lavora(va)? Ed è anche un segnale di evoluzione del modo di lavorare, che ha subito una potente accelerazione – che ci sarebbe comunque stata – ma non così veloce e in poco lasso di tempo.

Un’accelerazione che sta facendo riconsiderare i costi per mantenere uffici nelle grandi città, sopratutto in quelle globali, dove il costo dello spazio per persona può andare anche dalle £10mila alle £15mila sterline di Londra, ad esempio.

E Fujitsu non è la sola azienda ad abbracciare il remote working: oltre a Twitter, Google, Shopify, secondo quello che ha scoperto uno studio condotto il mese scorso, su 1.500 professionisti britannici che utilizzano una piattaforma di video conferenza, l’82% delle loro aziende sta valutando la possibilità di consentire a più persone di lavorare a distanza.

Solo il 17 per cento ritiene che la produttività dell’azienda sia diminuita durante il confinamento, mentre il 53 per cento ritiene che il lavoro a distanza abbia aumentato la produzione complessiva della propria forza lavoro. Inoltre, la metà dei dipendenti intervistati si aspetta di mantenere una parte della flessibilità ottenuta durante la il confinamento.

Insomma, pare che la mossa di Fujitsu sia veramente il new normal.

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