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L’IA non ruberà tutti i posti di lavoro

Secondo uno studio del MIT CSAIL, non sempre conviene


Un nuovo studio condotto da ricercatori del MIT getta acqua sul fuoco della paura dell’IA, suggerendo che l’automazione diffusa dei posti di lavoro da parte di macchine intelligenti potrebbe non essere così imminente come previsto in precedenza. Mentre i titoli dei giornali spesso gridano che i robot ci rubano il lavoro, uno sguardo più attento rivela che la maggior parte dei compiti ritenuti maturi per l’automazione semplicemente non sono ancora economicamente convenienti per le aziende da sostituire con l’IA.

Precedenti studi di Goldman Sachs, McKinsey e persino degli stessi creatori di ChatGPT hanno dipinto un quadro desolante, con stime di automazione che raggiungono l’80% dei posti di lavoro. Tuttavia, il team di ricerca del MIT ha adottato un approccio diverso, concentrandosi sulla fattibilità e sulle motivazioni commerciali alla base della sostituzione dei lavoratori umani da parte dell’IA, in particolare nei lavori che richiedono un’analisi visiva, come il controllo di qualità sulle linee di produzione.

Contrariamente a quanto si pensa, l’automazione della maggior parte di questi compiti non è attualmente interessante per le aziende. Neil Thompson, coautore dello studio, spiega che, sebbene l’IA abbia un potenziale significativo per automatizzare le attività, i costi di costruzione e manutenzione della tecnologia necessaria spesso superano i benefici. In altre parole, per molte aziende non vale la pena sostituire un ispettore umano con un complesso sistema di IA.

Ciò non significa che l’IA non sconvolgerà il mercato del lavoro, ma i ricercatori ritengono che il ritmo sarà più lento e meno drammatico di quanto suggerito da alcune previsioni allarmistiche. Tuttavia, lo studio ha i suoi limiti. Concentrandosi esclusivamente sui compiti di analisi visiva, non tiene conto dell’impatto incombente di modelli di generazione di testi e immagini come ChatGPT.

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