Nella causa con cui Epic Games accusa Apple di pratiche commerciali scorrette, e sopratutto di abuso di posizione dominante, in quanto pretende una fetta notevole dei guadagni dei produttori di app che passano per il suo store, è stato lo stesso giudice, Yvonne Gonzalez Rogers, ha sparare a zero contro Tim Cook che invocava a sua difesa la necessità di proteggersi da “una feroce concorrenza“, dicendogli. “Non mi pare, Mr. Cook, che Apple abbia molti concorrenti.
L’altra questione sollevata è la discriminazione che la stessa Apple applica quando le app di banche passano per il suo store, e ovviamente non pretende una quota dei guadagni che le banche fanno, mentre Apple lo pretende da chi vende giochi.
Tim Cook ha portato in difesa del monopolio dell’app store di Apple il fatto che se nascessero altri store da cui scaricare le app per iPhone, potrebbero danneggiare la sicurezza di ambiente su cui Apple sarebbe molto attenta. Ma gli avvocati di Epic hanno fatto notare che se esistessero altri tore, e gli utenti scoprissero che non fossero così sicuri, si sposterebbero su quello di Apple.
Gli avvocati di Epic hanno fatto osservare che Apple ha uno stretto controllo su cosa fanno gli utenti, e questo potrebbe non essere gradito ad una parte dell’utenza che perciò potrebbero scegliere altri app store.
In seguito ad altre domande, Cook ha detto che in un mondo con app store concorrenti su iOS, Apple “dovrebbe differenziarsi in qualche modo. Non so cosa faremmo”.
Apple ed Epic hanno esposto le loro argomentazioni, concludendo la parte probatoria del processo. Gli argomenti di chiusura dovrebbero essere presentati lunedì 23 maggio, dopo di che il giudice Rogers “prenderà del tempo” per rivedere le prove ed eseguire un’analisi legale prima di emettere una sentenza scritta, “si spera prima del 13 agosto”.