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Siamo vulnerabili al terrorismo biologico

Cosa potrebbero fare i terroristi con un agente patogeno?

La pandemia di COVID-19 ha dimostrato una vulnerabilità strutturale contro gli attacchi biologici, che richiederebbe un’azione urgente da parte del governi.

Il devastante impatto del coronavirus sulle sanità, e di rimbalzo su tante altre strutture, può stimolare i gruppi terroristici che cercano di liberare agenti patogeni.

La pandemia ha dimostrato che tutti i paesi hanno difficoltà a testare, rintracciare e curare le persone durante una pandemia, nonché rifornirsi di apparati medicali, posti letto e anche banali dispositivi di protezione

Ma ha sollevato anche domande sulla sicurezza dei laboratori di ricerca sui patogeni in tutto il mondo.

Molte delle caratteristiche dello scenario peggiore, che potrebbero essere causati da un evento intenzionale, sono state osservate anche in questa pandemia naturale che è diventata una gigantesca prova generale di cosa accadrebbe in caso di un attacco di bio terrorismo.

Nel corso dell’ultimo secolo, solo pochi paesi hanno sviluppato programmi di armi biologiche. Ma gli esperti di sicurezza hanno espresso preoccupazione per i laboratori a “doppio uso”, in cui gli scienziati esaminano i patogeni a fini di ricerca e per sviluppare vaccini, ma che possono essere facilmente riconvertiti per la profuzione di armi biologiche.

Ma ha anche messo in evidenza i pericoli legati alla conservazione di agenti patogeni letali nei laboratori che potrebbero non avere “misure adeguate di biosicurezza“, il che significherebbe che gli attori che desiderano fare del male potrebbero deviarli dai loro scopi. Il numero di questi laboratori di livello 4 di biosicurezza, in cui gli scienziati ricercano agenti patogeni facilmente trasmessi, si è moltiplicato rapidamente negli ultimi anni. E per molti esperti di sicurezza, l’ubicazione di alcune strutture e le loro insufficienti garanzie rappresentano una minaccia sostanziale.

Altro problema è la diffusa disponibilità di tecnologie all’avanguardia di editing genetico, che consentono sia agli scienziati che ai dilettanti di modificare e ricostituire i virus a livello microscopico, tecnologie molto diffuse con un settore scarsamente regolamentata

La tecnologia di editing genico, come la CRISPR, fornisce un nuovo contesto per cambiare le ipotesi su cosa potrebbe essere usato come arma biologica – cambiamenti che sono stati accelerati da COVID-19

Per difendersi da un attacco biologico, si deve perciò aumentare la capacità di test e migliorare le condotte per il trattamento e la produzione di vaccini sotto un ombrello nazionale centralizzato. Per proteggersi dalle minacce future, i sistemi devono comprendere una migliore sorveglianza sanitaria della popolazione, nonché tecniche di rilevazione più efficaci per virus e batteri, mentre le autorità sanitarie pubbliche, attraverso i vari livelli amministrativi, devono intensificare la disponibilità di strutture di rilevazione e sorveglianza, altrimenti un’epidemia naturale o un attacco biologico potrebbe fare danni devastanti prima di essere intercettata.

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