Ogni anno, il mondo produce 240 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, e di questi, ben 100 milioni di tonnellate sono state scaricate nel mare fino ad oggi.
La plastica è utile, ma è anche un grande inquinante, che ormai finisce anche nel cibo, come microparticelle, che inquinano gli ambienti marini e terrestri, e che finiscono anche nel nostro organismo tramite la catena alimentare.
Un uso frequente di materiali plastici e quello a breve termine, come contenitori o parte di contenitori per il cibo, come nel fast food, dove il consumo veloce lascia invece materiali plastici che durano decenni se non sono riciclati e, ovviamente riciclabili.
Esempio classico sono le buste per i prodotti da forno, che spesso si consumano dopo pochi minuti, lasciando in giro buste bi-materiali di carta e plastica.
Questo problema è stata la molla che ha portato Lucy Hughes, studentessa all’Universita del Sussex (UK) a risolvere non uno, ma ben due problemi ecologici, inventando il Marina Tex, e ha vincere il James Dyson Award, prima su 1.078 concorrenti da tutto il mondo.
Lucy Hughes ha scoperto che i residui del pescato, e della lavorazione del pesce, possono essere trasformati in un materiale che può sostituire alcuni materiali plastici, con il vantaggio di essere assolutamente biodegradabile e di risolvere anche il problema dei residui dell’industria del pesce che non utilizza ben il 27% del pescato.
Il Marina Tex è stato il progetto finale di Lucy Highes prima della laurea in Product Design all’Università del Sussex.
Il premio James Dyson è un concorso per studenti, gestito dalla James Dyson Foundation, e che chiede ai partecipanti di “progettare qualcosa che risolva un problema”.
Sir James Dyson ha detto che l’invenzione di Lucy “risolve elegantemente” i problemi della plastica monouso e dei rifiuti di pesce.
Il Marina Tex, a differenza della maggior parte di altre bio-plastiche, si degrada a temperature normali, e questo significa che lo si può smaltire come materiale compostabile.
MarinaTex è composto dai rifiuti di pesce, da agar estratto dalle alghe rosse, e combinati con il chitosano, un prodotto che deriva dai crostacei, e che viene utilizzato nell’industria della cosmesi come componente degli shampoo.