Al G7 si parla di tassare le multinazionali

I ministri delle finanze cercano un accordo fiscale globale


Da venerdì 4 giugno 2021, i ministri delle finanze del G7 avranno due giorni di colloqui, a Londra, per trovare un accordo globale per tassare le sfuggenti multinazionali che usano ogni sistema per non far tassare i loro ingentissimi profitti.

Le nazioni ricche, forse, si sono finalmente decise a concordare un modo per raccogliere più tasse dalle grandi aziende multinazionali, che spesso registrano i profitti in giurisdizioni dove pagano poche o nessuna tassa.

Il presidente Biden ha promesso di aumentare le tasse sulle grandi imprese e questo dovrebbe facilitare, forse, un consenso internazionale sulla materia fiscale, anche perché gli stati si sono svenati e indebitati per getsire le conseguenze della pandemia.

Anche il fatto che si tratta del primo incontro dal vivo fra ministro del G7 dimostra l’importanza che questo argomento ha per i governi del G7, che non possono più fare finta di vedere una gigantesca elusione fiscale mentre sono costretti a ipotizzare altre tasse sui comuni cittadini e sulle piccole e medie imprese.

Le intenzioni, quindi, sono buone intenzioni, ma il raggiungimento di un accordo fiscale globale sarà una grande innovazione che poi dovrà essere valutata dal G20, a luglio 2021 a Venezia.

Mentre alcuni ministri sono scettici sulla firma di un accordo, su una specifica aliquota fiscale minima da applicare alle multinazionali, già in questa riunione, il Tesoro americano preme perché vuole portare ad un accordo più completo all’incontro fra i capi di governo del G7, a Falmouth, in Cornovaglia (UK).

La proposta americana è un’aliquota minima globale come imposta sui redditi delle società di almeno il 15%, il che significa che se un’azienda dovesse pagare tasse più basse in un altro paese, dovrebbe versare la differenza fra le due imposte. Il 15% è, nelle intenzioni di Biden, solo una base, ma lo scopo è arrivare ad aliquote ben più alte.

Con questa mossa, gli Stati Uniti vogliono anche che siano rimosse le imposte sui guadagni da digitale che alcuni paesi del G7 hanno varato, e che sono viste come un modo per colpire solo i giganti tecnologici statunitensi, che però utilizzano scappatoie fiscali utilizzate anche dalle aziende europee.

La nuova regolamentazione fiscale dovrebbe essere applicata solo alle prime 100 aziende per redditività, ma questa impostazione potrebbe far scappare dalla rete fiscale aziende come Amazon, che fa profitti più bassi pur essendo un gigante dell’e-commerce.

Quindi, la situazione è abbastanza complessa, gli interessi dei paesi del G7, e del G20, sono tanti, diversi e contingenti (vedi la necessità di attirare costruttori di chip, come sta facendo la EU, gli USA ed il Giappone), e quindi la tassazione potrebbe diventare una farsa, perché con una mano si prenderanno più tasse e con l’altra si daranno incentivi proprio a chi è stato finalmente tassato.

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