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Il Giappone progetta incentivi finanziari per attirare i costruttori di chip

Il paese importa il 60% degli ormai onnipresenti semiconduttori di cui c’è una penuria mondiale


Il Giappone farà ogni mossa per attirare le aziende di semiconduttori, compresa l’offerta di generosi incentivi finanziari, secondo una recente bozza di strategica, e si unisce alla corsa globale per assicurarsi forniture di un componente cruciale in ogni settore industriale.

“Il Giappone si unirà agli sforzi di altri paesi per attrarre impianti di produzione di chip all’avanguardia in modo da poter costruire una catena di approvvigionamento sicura in patria”, dice il documento presentato a una riunione strategica del Cabinet Office. Il gabinetto dovrebbe approvare il documento entro la fine del mese.

Il Giappone importa più del 60% dei suoi semiconduttori, soprattutto da Taiwan e Cina, e preoccupano le tensioni fra i due paesi, che potrebbero fermare le catene di approvvigionamento globale e interrompere le spedizioni alle proprie industrie.

Anche gli Stati Uniti e l’Europa stanno facendo politiche aggressive per sostenere le loro catene di approvvigionamento di semiconduttori, che sono sempre più visti come critici per la sicurezza economica nazionale. Il Giappone spera con incentivi di eguagliare il potere finanziario degli Stati Uniti o dell’Unione.

Membri del governo, e nel partito liberal-democratico al potere, chiedono la creazione di un nuovo fondo sovradimensionato del valore di decine di miliardi di dollari. Il dibattito sui dettagli dovrebbe iniziare presto.

L’U.S. Innovation and Competition Act, attualmente all’esame del Senato, stanzierebbe $39 miliardi in cinque anni per assistere i produttori di chip che costruiscono fabbriche e strutture di ricerca negli Stati Uniti.

La UE prevede di investire €145 miliardi nelle tecnologie digitali, compresi i semiconduttori, nei prossimi due o tre anni. Anche il Giappone ha un fondo per promuovere i progressi nel settore, ma relativamente piccolo: 200 miliardi di yen ($1,82 miliardi).

Taiwan rappresenta più del 90% della capacità di produzione globale per smartphone e altri chip avanzati che utilizzano la tecnologia a 10 nanometri o più piccola, secondo la Semiconductor Industry Association con sede negli Stati Uniti.

Ma corteggiare i produttori di chip avanzati richiede anche che il Giappone stimoli la domanda interna per i loro prodotti. La domanda dei giganti della tecnologia come Apple e Microsoft hanno aiutato gli sforzi per sostenere le catene di fornitura di semiconduttori negli Stati Uniti.

“Il Giappone non ha la Silicon Valley, quindi è difficile attrarre impianti di produzione di chip di fascia alta”, ha detto un funzionario giapponese. “Potremmo essere in grado di assicurarci solo forniture di fascia media”.

Per affrontare il problema, il governo prevede di promuovere anche le industrie che utilizzano chip all’avanguardia, come le reti 5G, i veicoli automatizzati, la tecnologia smart-city e i robot medici.

“Il Giappone finora si è concentrato soprattutto sull’assistenza alle aziende giapponesi e agli istituti di ricerca, ma ha bisogno di una strategia per attirare i giocatori d’oltremare”, ha detto Kazuhiro Sugiyama della società di ricerca Omdia, con sede nel Regno Unito.

Il METI prenderà il comando nel corteggiare gli attori d’oltremare per potenziali partnership. Il Giappone prevede anche di coordinarsi con i paesi e le regioni con cui condivide valori, come gli Stati Uniti, per spostare una parte delle loro catene di approvvigionamento in Giappone come misura di sicurezza nazionale.

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